Cultura d’impresa: 7 mosse per farcela

Fare cultura d’impresa è un concetto ben diverso da quello del fare impresa. Mentre chi fa impresa guarda principalmente al guadagno immediato, l’imprenditore che fa cultura d’impresa è proiettato verso il futuro e la sua attenzione è totalmente incentrata su aspetti importanti come la creatività, l’innovazione, il rispetto e la valorizzazione delle risorse, soprattutto di quelle umane.
Creare uno spirito di unione e collaborazione è molto importante per predisporre l’azienda al cambiamento e aiutarla ad affrontare con maggiore sicurezza i competitors presenti sul mercato.
Cultura d’impresa, dunque, non solo come condensato di saperi e valori tradizionali ma anche come fonte di crescita e progresso.
In quest’ottica vogliamo condividere nel magazine Gextra un articolo, pubblicato di recente sull’Huffington Post,  scritto da Oscar Farinetti, il fondatore della nota catena di cibo d’eccellenza Eataly.

Never, never, never give up. 7 mosse per farcela

“Stanotte mi sono scritto le 7 mosse che devo mettere in atto per affrontare con maggior chances di successo questi tempi duri per chi fa impresa. Li ho scritti per me, ma li condivido. Magari a qualcuno interessa.
1) SAPER GESTIRE L'IMPERFEZIONE. Cioè cercare di ottenere il miglior risultato possibile ogni giorno, senza perdere tempo a cercare la perfezione. Dunque passare oltre a chi, immobile e urlante, ti sbatte in faccia la sua idea di perfezione. Sono i più, convinti di esprimere sapienza, ma con loro le cose non cambiano mai.
2) INDIVIDUARE LE PRIORITÀ. Cioè saper riconoscere le cose più importanti da fare e metterle in ordine naturale. In pratica, la mattina, prima far la doccia e dopo vestirsi, non il contrario.
3)SAPER MIXARE LEGGEREZZA, VELOCITÀ, DETERMINAZIONE E PROPENSIONE AL DUBBIO. Sembrano contrasti ma lo sono solo in apparenza. La velocità oggi è fondamentale ma bisogna anche saper stare in armonia con gli altri. La determinazione è la condizione essenziale per raggiungere gli obiettivi ma deve essere accompagnata dalla capacità di ascolto degli altri e dalla predisposizione a cambiare idea. Spesso conviene avere più dubbi che certezze.
4) PENSARE LOCALE E AGIRE GLOBALE. In pratica il contrario di ciò che insegnavano nelle scuole di marketing. Il nostro è un Paese piccolo ma è il più biodiverso al mondo. E non solo per il cibo. Occorre conoscere bene la nostra storia, le tradizioni, le origini della biodiversità e portare le nostre meraviglie nel mondo. Abbinando rispetto rigoroso per le nostre radici a tecniche di marketing gradite nelle altre Nazioni.
5) SAPER NARRARE. Un prodotto, un paesaggio, un monumento, un'opera d'arte, qualsiasi bellezza del nostro immenso patrimonio se non è narrata è come non esistesse. Noi Italiani deficitiamo in capacità di narrare, per esempio rispetto ai francesi. Ogni cosa che vogliamo offrire deve essere accompagnata da una descrizione narrativa che metta in campo facile comprensione, scienza, storia e pure un po' di poesia.
6) SPOSTARE IL VALORE DEL RISPETTO DAL SENSO DEL DOVERE AL SENSO DEL PIACERE. Un'impresa deve essere votata al valore del rispetto e deve conquistare ammirazione per questo. Ma il rispetto, che è anche coscienza civica, anche senso di cittadinanza, è pure un valore sociale. Ve la dico brutale: vorrei arrivare velocemente ad un tempo in cui chi non parcheggia in doppia fila, chi non butta cose in terra, chi paga le tasse, insomma chi si comporta con senso del rispetto sia considerato un figo. Non un buono ma un bel tipo, di fascino. Così facciamo in fretta. Col senso del dovere ci mettiamo una vita. Ho anche una teoria sul come, ma non voglio farla lunga.
7) MAI, MAI,MAI ARRENDERSI, never, never, never give up. Con questa frase Churchill ci ha vinto una guerra. Mai mollare, anche quando tutto sembra perduto non si molla mai. Se pensi di essere nel giusto devi resistere pervicacemente a ogni contrarietà, anche la più grave. Tuttavia occorre saper distinguere prima gli obiettivi difficili, anche molto difficili, da quelli impossibili. Mettere tutta l'energia possibile verso il difficile, ma non perdere tempo con l'impossibile. Non c'è tenacia che possa risolvere l'impossibile.”
Oscar Farinetti