La green economy nobilita gli italiani

Con tre milioni di lavori verdi e un giro d’affari che ha superato i 100 miliardi di euro nel 2012, la green economy è entrata nella vita e nella cultura professionali italiane. Questi e molti altri numeri sull’occupazione legata alla sostenibilità sono presenti nel rapporto annuale “Green Italy 2013. Nutrire il futuro” curato da Unioncamere e Fondazione Symbola e presentato a novembre presso la sede di Expo 2015 a Milano.

I dati generali vedono 328mila industrie e aziende legate ai servizi che, dal 2008, hanno investito in tecnologie innovative ed efficienza energetica utili a ridurre l’impatto ambientale. Da questo tipo di investimenti arriverà il 38 per cento di tutte le assunzioni programmate per quest’anno: 216.500 su un totale di 563.400.

I dati sono ancora più positivi se si prende in considerazione solo l’occupazione giovanile. Il 42 per cento delle assunzioni tra le persone che hanno meno di 30 anni verrà fatto da quelle aziende che hanno investito nel green (pari al 22 per cento del totale).

Entrare nel club economico di quelli che credono nella sostenibilità vuol dire anche avere un vantaggio competitivo sul fronte delle esportazioni. Il 42 per cento delle imprese manifatturiere che producono in modo attento all’ambiente esporta all’estero, mentre solo il 25,4 per cento di quelle “tradizionali” è presente sui mercati stranieri.

La sostenibilità, quindi, riesce a dare una spinta anche alla crescita dell’export del made in Italy, cioè delle esportazioni di prodotti tipici del nostro paese. L’Italia, infatti, nel 2012 è stata tra i cinque paesi al mondo – insieme a Cina, Germania, Giappone e Corea del Sud – ad avere una posizione netta sull’estero (esportazioni al netto delle importazioni) superiore ai 100 miliardi di euro, mentre se si considera il periodo 2008 – 2012 il fatturato estero dell’industria italiana è cresciuto più di quella di Francia e Germania.

L’analisi del rapporto “Green Italy 2013. Nutrire il futuro” curato da Unioncamere e Fondazione Symbola si conclude con uno sguardo sulle zone italiane che stanno sfruttando meglio le occasioni fornite dalla green economy. L’Italia settentrionale ospita più della metà delle imprese “sostenibili” (170mila) seguita da quella meridionale (93.500) e centrale (64.800). La Lombardia guida la classifica regionale con più di 60mila imprese che hanno fatto investimenti sostenibili. Al secondo posto il Veneto con 30.670 imprese, poi Emilia Romagna e Lazio.